martedì 15 ottobre 2019

Di necessità virtù.

Rappresentazione bidimensionale di un wormhole.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_di_Einstein-Rosen

Avanti, popolo dei laureati! A scuola c'è bisogno di tutti!
È rispondendo a questa chiamata che qualche anno fa mi sono inserita nelle liste della terza fascia.

Ci credo, ci credo a bomba.

Tutti i miei studenti presenti passati e futuri hanno il mio numero di cellulare e lo usano. Lo usano appropriatamente. Mi chiedono come si risolvono gli esercizi, mi chiedono di correggere i loro errori. Mi domandano cosa si farà il giorno dopo. A volte mi scrivono solo per sapere come sto. Spesso, questa domanda sottintende che desiderano che la stessa cosa gliela chieda io, così, se hanno qualcosa sullo stomaco possono dirmelo, possono trovare un punto di riferimento.
Anche i genitori dei miei alunni hanno il mio numero di cellulare. Perché succede che i genitori lavorino e che il loro lavoro sia incompatibile con gli orari delle udienze. Succede che mi debbano parlare, che vogliano sapere come vanno i figli. Che mi debbano spiegare qualcosa. Che vogliano semplicemente seguire i loro ragazzi, compatibilmente con gli impegni che la vita gli impone, per pagare le bollette.

Avanti popolo dei laureati, mancano docenti!
Il popolo dei laureati risponde alla chiamata e credetemi, con un entusiasmo ed una voglia di mettersi in gioco che non sono paragonabili a quella di molti colleghi che da troppo tempo vivono solo all'interno della bolla scolastica.
È un tesoro inestimabile, quello che lo Stato sta mettendo nei suoi forzieri: gente che si compra le librerie per studiare, per essere all'altezza; gente che porta all'interno della scuola la consapevolezza che proviene dal mondo del lavoro privato, dove ci sono obiettivi, le scadenze, la flessibilità, gli appuntamenti, i rischi professionali, la responsabilità. Gente per la quale il pacchetto office fa parte già del suo quotidiano. Gente per la quale LA LINGUA STRANIERA FA PARTE DEL SUO QUOTIDIANO! Gente che va a scuola col suo ipad o col suo tablet, per offrire nuovi strumenti e per condividere con i ragazzi l'uso corretto di quella enorme biblioteca incontrollata che è internet.

Avanti, popolo dei laureati! C'è bisogno di ingegneri, economisti, traduttori, c'è bisogno di professionisti!
E noi professionisti rispondiamo alla chiamata, fidandoci ed affidandoci alle regole che immaginiamo siano sottese a questa chiamata.

-                   Popolo dei laureati, vi mancano 24 CFU.
-                   Prendiamo 24 CFU.

-                   Popolo dei laureati, il contratto è a tempo determinato.
-                   Ci prendiamo il contratto a tempo determinato.

-                   Popolo dei laureati, prima o poi vi facciamo sapere se e quando sarete chiamati.
-                   Aspettiamo fiduciosi.

-                   Popolo dei laureati, potete fare la libera professione.
-                   Ci organizziamo.

-                   Popolo dei laureati, i calendari che vi forniamo sono tutti provvisori.
-                   Ah. E quindi?
-                   E quindi voi non avete libertà di pianificare un c****, perché decidiamo noi i vostri tempi e i vostri modi.
-                   Ma allora non possiamo fare la libera professione.
-                   Popolo dei laureati, come osate?
-                   No, guardi, è la considerazione di uno stato di fatto. Se gli appuntamenti che prendiamo sono tutti cancellabili e i calendari sono tutti provvisori, non possiamo prendere appuntamenti.
-                   Certo che potete.
-                   E se cambia la data?
-                   Li cancellate.
-                   Ma non possiamo cancellarli!
-                   Dovete, io sono lo Stato e posso tutto.
-                   Mi scusi, signor Stato, ma se lei - attraverso i suoi vicari - può fare tutto del mio tempo, io che tempo posseggo?
-                   Quello residuo.
-                   E qual è?
-                   Quello che decido io.
-                   Quando?
-                   Entro 5 giorni lavorativi.
-                   Ma se io fisso un appuntamento non in conflitto e poi Lei cambia le date?
-                   Il tuo appuntamento diventa in conflitto. È un oltraggio, oltre che fuori legge.
-                   Allora non dispongo del mio tempo.
-                   Disponi del tempo che ti lascio.
-                   Ma se non so qual è...
-                   Oltraggio! Io sono lo Stato e posso tutto.

-                   Popolo dei laureati! Portate le vostre fresche competenze nel mio Regno!
-                   Signor Stato, noi lo faremmo volentieri, ma c'è un problema di fondo. Se non posso lavorare come libero professionista, posso chiedere la disoccupazione mentre non lavoro?
-                   Certo.
-                   Ma ho una partita IVA.
-                   Oltraggio!!! Se hai una partita IVA non sei un disoccupato.
-                   Ma se non posso usarla con la flessibilità che mi richiede il connubio delle due professioni?!
-                   Bravo precario! Flessibilità è la parola d'ordine.
-                   Ok. Io sono flessibile. E Lei, Signor Stato?
-                   Oltraggio! Lo Stato non è flessibile. Lo Stato determina e tu segui!
-                   ... Quindi?
-                   Chiudi la partita IVA.
-                   Ma io NON VOGLIO chiedere la disoccupazione!
-                   bravo, così risparmio.
-                   Ecco, giusto, quindi che io lavori Le conviene.
-                   Certo che mi conviene.
-                   Quindi Le servono dei professionisti! Io sono un professionista! Mi ha chiamato perché da professionista ho delle competenze!
-                   Esatto, e me le devi dare.
-                   Volentieri Signor Stato, ma quando le accumulo queste competenze?
-                   Nel tempo che non mi appartiene.
-                   E qual è il tempo che non le appartiene?
-                   Quello residuo.
-                   Mi sento in un wormhole*
-                   Oltraggio! Non si usano parolacce in mia presenza!
-                   Ma… è la relatività generale, Einstein, ha presente?
-                   Oltraggio! Metti in dubbio la mia onniscenza?
-                   Giammai Signor Stato mi permetterei. Ma quindi Signor Stato come devo comportarmi?
-                   Shhhh, ti dico un segreto, piccolo precario. Siamo in Italia.
-                   …E quindi?
-                   Basta una dichiarazioncina, una piccola finta verità….
-                   Una balla?
-                   Oltraggio, io non dico balle, TU DICI BALLE!
-                   Cioè, mi faccia capire….
-                   Semplice: nella mia infinità bontà ti permetto di dirmi una balla e, a seconda di come mi gira, decido poi se verificare o meno la tua dichiarazione mendace.
-                   E se le gira storto?
-                   Oltraggio! Non ti fidi di me????
-                   Onestamente, qualche piccola difficoltà la nutro…
-                   Beh insomma chiudiamola qua. Tu sei di mia proprietà, per il tempo che è utile a me e quando fa comodo a me. Nel resto del tempo, puoi fare quello che ti pare.
-                   Wormhole…




*wormhole: un ponte di Einstein-Rosen o cunicolo spazio-temporale, detto anche wormhole (in italiano letteralmente "buco di verme"), è una ipotetica caratteristica topologica dello spaziotempo che è essenzialmente una "scorciatoia" da un punto dell'universo a un altro, che permetterebbe di viaggiare tra di essi più velocemente di quanto impiegherebbe la luce a percorrere la distanza attraverso lo spazio normale. Di fatto, puoi tornare indietro nel tempo in un loop infinito.

14/10/2019: In classe


Entro in classe, faccio l’appello, firmo le giustificazioni, leggo gli avvisi.
Prego il ragazzo dell’ultimo banco di scendere dal davanzale della finestra, per non ammazzarsi. Lo faccio con voce gentile, perché, come mi hanno spiegato oggi al corso di formazione obbligatoria, i ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti, non giudicati.
Raccolgo le palline di carta che provengono dal terzo banco sulla destra e, con fare accattivante, introduco le scomposizioni. Intanto, riparo la lim, che il tecnico è troppo impegnato per aggiustare e comunque questa cosa richiede competenze che non sono le sue.
Spiego alla ragazza in seconda fila che non ha brufoli sulla punta del naso e che quindi può chiudere l’app specchio del suo cellulare. Se vuole però può aprire il sito Matematika dove ci sono tutti i formulari principali.
Raccolgo le istanze sindacali dei ragazzi a cui ricordo che ho caricato dei compendi di teoria sulla didattica del registro, perché stampare costa. Gli ricordo che i formulari sono utili e che se non vogliono stamparli possono ricopiarli in bella calligrafia, come facevo io alle scuole superiori. Dopo ampio rumoreggiare, tengo un trattatello di 5 minuti sul perché « figa prof cazzo » non è intercalare adeguato al luogo ed alla situazione. Non capiscono, in fondo mi hanno chiamato prof.
Mentre entra la signora ATA che comunica ai ragazzi che entrano 2 ore dopo ed il pomeriggio non lo fanno, perché il personale è definitivo da questa settimana ma c’erano delle difficoltà logistiche, traduco in inglese le 4 str***** che sono riuscita a dire sulle scomposizioni alla ragazza del primo banco, che è educatissima ma non parla una parola di italiano. Suona la campanella ed io mi sento in colpa, compilando il registro, a scrivere « introduzione alle scomposizioni ».