giovedì 15 dicembre 2016

Come fanno i bambini.

Se si fa un giro su questo sito, si trovano in tedesco ed in inglese le storie che compongono l'intero libro dello Struwwelpeter, quello di cui vi parlavo in questo post qui.

In questi ultimi giorni mi si è fatta insistente in testa l'idea che per ravvivare il mio tedesco e le tante parole che ho scordato, dovrei ricominciare a studiarlo come i bambini, che infatti non studiano: ascoltano, associano, memorizzano, generalizzano.

Ma per fare come i bambini, che cosa potrebbe essere più carino che rifarsi alle fiabe? Già... Mi sarebbe piaciuto tanto riportare e tradurre delle filastrocche, ma è difficile, impossibile riportare le rime! Col tedesco poi, che ha parole più lunghe di supercalifragilistichespiralidoso, che - contrariamente a supercalifragilistichespiralidoso - HANNO UN SENSO COMPIUTO!

Prendiamo l'italiano: in italiano la parola più lunga del nostro vocabolario (termini scientifici esclusi) è precipitevolissimevolmente, che vuol dire "con fretta eccessiva".

In tedesco, già solo "fare una passeggiata" un bambino non lo può dire così facilmente: perché la passeggiata è Spaziergang, che coniuga due significati, oltre che un'infinita serie di consonanti a caso, cioè l'andare (gehen) ed il camminare (spazieren) e per essere sicuri che non si pensi che si esce a far la spesa li dice tutti e due tutti insieme indissolubilmente

Nel 2013, in un gesto che credo rappresenti l'unico barlume di umanità uscito da un governo regionale teutonico, fu abrogata una legge che abolì conseguentemente l'allora paola più lunga in tedesco: la "Rindfleischetikettierungsuberwachungsaufgabenubertragungsgesetz", 63 lettere che significano: "Legge per il trasferimento di compiti di vigilanza nell'etichettatura delle carni bovine". Serve altro? 

Preciso, il tedesco non lascia nulla all'immaginazione. Ma questa è un'opportunità da non trascurare. Intanto, con un vocabolario non troppo denso, conoscendo la matematica dei fattoriali, lo si estende a dismisura attraverso combinazioni casuali di parole. Poi, noi in fondo siamo qui per giocare; quindi così sia: giochiamo.





Prendiamo ad esempio la filastrocca tedesca più famosa al mondo:

Eins, zwei, Polizei,
drei, vier, Offizier,
fünf, sechs, alte Hex,
sieben, acht, gute Nacht,
neun, zehn, schlafen gehn!

La traduzione letterale è questa:

Uno, due, polizia,
tre, quattro, ufficiale,
cinque, sei, vecchia strega,
sette, otto, buona notte,
nove, dieci, andare a letto! (letteralmente: andare a dormire).

Fa abbastanza schifo, vero?

Per prima cosa, non rispetta nessuna metrica. Poi non ha rime. E non si sa come fare a fargli prendere un senso, a questa storia.

Proviamo così:

Pussi via la polizia!
Ma non vale! Un ufficiale
Già si lega alla congrega
Che dà botte ininterrotte
da impazzire e da morire.

Qualcosa in stile G8 di Genova, finisce che i bambini mi si politicizzano troppo presto. Fa ancora abbastanza schifo. Riproviamo:

Uno due, stanco il bue
tre e quattro, tira l'aratro
cinque sei, io gli darei
sette otto, un bel biscotto
nove e dieci, fatto con i ceci!

Ecco, già meglio, più fanciullesco, ti racconta uno scorcio bucolico che mi ricorda "Lavandare" di Pascoli:

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero
resta un'aratro senza buoi, che pare
dimenticato tra il vapor leggero.

Certo, è senza buoi perché loro, stanchi morti, sono andati a mangiare biscotti di ceci dopo una dura giornata di lavoro. C'è qualcosa di giusto, di equo in questa filastrocca tutta "out of my box".

Però va bene per imparare i numeri, ma non per imparare le parole del testo (polizia - Polizei, ufficiale - Offizier, strega - Hexe, notte - Nacht, andare a letto - schlafen gehen).

Pazienza. Le prime parole comunque le abbiamo messe da parte.

mercoledì 14 dicembre 2016

Lo Struwwelpeter ed altre facezie che spiegano la psicanalisi

Quando ero piccola e sedevo sulle ginocchia di mia nonna tedesca, la Omi, era di solito perché pochi minuti prima lei si era avvicinata alla libreria a muro (quella in legno, a sinistra della portafinestra che dava sul balcone) e da lì aveva estratto amorevolmente un libro di fiabe per bambini. Naturalmente, in tedesco. Preferibilmente, in caratteri gotici.

C'era un'oca, in un libro verde ed uno arancione. C'era Samniklaus, che con gli angioletti preparava i regali per i bambini. C'era Pu der Bär (in inglese Winnie-the-Pooh), che camminava con Ior, Känga, Tigger, Kaninchen e via nel Hundertsechzig-Morgen-Wald (letteralmente il bosco delle 160 mattine, che da noi - e in Inghilterra soprattutto - era meglio noto come il Bosco dei Cento Acri). Oppure... Oppure c'era lo Struwwelpeter.

Ecco, il libro dello Struwwelpeter ancora oggi rappresenta nell'immaginario mio e delle mie sorelle la ragione più profonda del nostro rapporto così intimo con tanti specialisti della psicologia e della psicanalisi. D'altro canto, una veloce carrellata alle immagini sobrie potrebbe rapidamente convincervi che no, non servono altre parole ma solo amore e comprensione (merita menzione il fatto che il sottotitolo del medesimo libro sia "Storie buffe ed illustrazioni divertenti", a riprova che i tedeschi qualche problema serio ce l'hanno rispetto al senso dell'umorismo, dove vincono gli inglesi).

Invece, nell'etterna coazione a ripetere (scritta con due t, come Dante nella Commedia), in questo mio 42esimo genetliaco, ho deciso che è venuto il momento di fare pace (o riaprire il dialogo, almeno) con quella lingua ossuta, buona solo "per dar ordini ai cani" (secondo la definizione di mio padre, in fondo autorevole madrelingua).
Ed in un mondo contemporaneo che alterna, per i bambini, ovatta pastellata e pokemon assassini o spietati videogiochi di guerra che confondono la morte con la finzione, io ho pensato che conviene - sì CONVIENE - riprendere il contatto con quel filo rosso che infondo era truce, ma ci insegnava a non mangiarci le unghie ed a finire la zuppa.

Proprio così: si nasce incendiari e si muore pompieri.