martedì 15 ottobre 2019

14/10/2019: In classe


Entro in classe, faccio l’appello, firmo le giustificazioni, leggo gli avvisi.
Prego il ragazzo dell’ultimo banco di scendere dal davanzale della finestra, per non ammazzarsi. Lo faccio con voce gentile, perché, come mi hanno spiegato oggi al corso di formazione obbligatoria, i ragazzi hanno bisogno di sentirsi accolti, non giudicati.
Raccolgo le palline di carta che provengono dal terzo banco sulla destra e, con fare accattivante, introduco le scomposizioni. Intanto, riparo la lim, che il tecnico è troppo impegnato per aggiustare e comunque questa cosa richiede competenze che non sono le sue.
Spiego alla ragazza in seconda fila che non ha brufoli sulla punta del naso e che quindi può chiudere l’app specchio del suo cellulare. Se vuole però può aprire il sito Matematika dove ci sono tutti i formulari principali.
Raccolgo le istanze sindacali dei ragazzi a cui ricordo che ho caricato dei compendi di teoria sulla didattica del registro, perché stampare costa. Gli ricordo che i formulari sono utili e che se non vogliono stamparli possono ricopiarli in bella calligrafia, come facevo io alle scuole superiori. Dopo ampio rumoreggiare, tengo un trattatello di 5 minuti sul perché « figa prof cazzo » non è intercalare adeguato al luogo ed alla situazione. Non capiscono, in fondo mi hanno chiamato prof.
Mentre entra la signora ATA che comunica ai ragazzi che entrano 2 ore dopo ed il pomeriggio non lo fanno, perché il personale è definitivo da questa settimana ma c’erano delle difficoltà logistiche, traduco in inglese le 4 str***** che sono riuscita a dire sulle scomposizioni alla ragazza del primo banco, che è educatissima ma non parla una parola di italiano. Suona la campanella ed io mi sento in colpa, compilando il registro, a scrivere « introduzione alle scomposizioni ».

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