lunedì 5 settembre 2016

Divagazione sulle tecniche pittoriche e sulla relazione che dovreste avere con loro (secondo me)

Dal momento in cui l’uomo ha iniziato a lasciare tracce di sé e della sua vita, le tecniche pittoriche si sono moltiplicate. Ovviamente, con il progresso i materiali sono stati modificati in modo da essere sempre più performanti e lo stesso può essere detto per gli strumenti ed i tipi di colore, di supporto, le possibilità espressive e tutto il resto.
Guardano le cose sotto il profilo meramente economico, il vantaggio della globalizzazione è che i costi sono crollati. Ovviamente, non ci si può aspettare da un pastello o da un acrilico di sottomarca le stesse prestazioni di una marca da artisti “veri”, ma tuttavia è possibile avere buoni risultati soprattutto in fase di sperimentazione e studio, tenendo materiali e strumenti migliori per quando anche noi saremo alla loro altezza.
Dovessi dirvi la verità, io personalmente me la sono sempre cavata con acquisti di media categoria, senza andare eccessivamente nel professionale e senza scadere nei materiali da ipermercato, che oggettivamente non possono essere utilizzati nemmeno per una scuola materna. In effetti, questo è un punto piuttosto delicato: se è vero che non serve investire un patrimonio per poter iniziare a creare qualcosa, è altrettanto vero che prodotti di scarsa qualità aumentano le possibilità d’insuccesso e la frustrazione conseguente, con il rischio che si decida di abbandonare i tentativi attribuendo a se stessi una maggiore responsabilità o incapacità rispetto alle proprie effettive possibilità. Esiste, come in ogni cosa, una regola fondamentale da seguire: in medio stat virtus; usate il buon senso.
Se facciamo una ricerca su Wikipedia alla voce tecniche pittoriche, il risultato è impressionante. Interrogato, ciascuno di noi potrebbe dire: acquerello, tempera, olio, acrilico, pastello, carboncino, affresco, ma l’elenco è veramente ampio.
Come potrete facilmente immaginare, ogni tecnica pittorica merita una trattazione approfondita ed a parte e quindi sono ben lungi dal voler affrontare io in questo libro tutte le tecniche. Poi, per essere davvero onesti, devo ammettere ad esempio che all’acquerello sono un cane, mentre con tempere, acrilici ed olio me la cavo, o almeno riesco a stenderli sul supporto senza proprio far sembrare l’esito una “crosta”. Ancora, un affresco vero e proprio non l’ho mai fatto; il massimo che ho fatto in questa direzione è stato di divertirmi a sperimentare la pittura a tempera su supporto fresco di argilla sintetica e di cartapesta. Capite dunque che non sono la persona più adatta a suggerirvi come riprodurre la Cappella Sistina in casa vostra. Tuttavia, se volete fare un trompe l’oeil, sì, questo l’ho fatto e quindi possiamo parlarne.
Ad ogni modo, quello che vorrei evidenziare in questo capitolo è che per ogni tipo di progetto si voglia affrontare una seria fase di preparazione non può essere evitata e, soprattutto, ogni tecnica pittorica deve essere approfondita di per sé, individualmente, attraverso tentativi su tentativi. Quindi, se ad esempio volete concentrarvi sul pastello (prendo questo come esempio perché il paradosso può essere fatto facilmente), non è necessario che investiate una vita nel disegno della base da colorare. Potete predisporne una e poi riprodurla serialmente o voi direttamente o attraverso una fotocopiatrice o rivolgendovi ad un negozio specializzato e potete far riportare il disegno su diversi tipi di carta, più leggera, più pesante, più liscia o più ruvida, più grande o più piccola, per sperimentare, finché non sarete sufficientemente soddisfatti dei risultati ottenuti da poter iniziare ad “assemblare” le esperienze e le abilità che avete maturato.
Questo, peraltro, vi darà l’opportunità di accedere alle cosiddette “tecniche miste”, che permettono di mettere insieme le più diverse tecniche e materiali in risultati sorprendentemente aggraziati e gradevoli, che voi stessi da voi non vi sareste mai aspettati. Perché in fondo, l’unica cosa che dovete sempre tenere a mente è che è la tecnica al vostro servizio e non viceversa.
Io, personalmente, non impongo limiti alla mia fantasia quando penso ad un progetto e - per di più - quando inizio a ragionarci sopra buona parte della mia attenzione è rivolta a capire cosa posso usare di quello che ho imparato per realizzare la mia idea e cosa invece ancora devo imparare, inventarmi o prendere a prestito da altri settori della vita. Quindi, un buon libro sulla pittura ad olio potrà portarvi lontano né più né meno di un manuale di fai da te ed anzi probabilmente un giorno sentirete la mancanza dell’uno, dell’altro o di un terzo.

A questo punto proporrei di introdurre le diverse tecniche pittoriche in relazione ai progetti che affronteremo, dando in qualche modo per scontato tutto quello che non è strettamente legato alla tecnica stessa per procedere lungo il laboratorio. Questo però non prima di aver dato una spolverata veloce al disegno a matita, prima e fondamentale tecnica pittorica senza la quale nulla è possibile.


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