lunedì 5 settembre 2016

Il Colore

Siccome non è un libro di divulgazione scientifica, non leggerete definizioni sul colore secondo nessuna delle molteplici discipline che ne trattano (la fisica, la chimica, la psicologia, la matematica, la filosofia e la letteratura nonché – ovviamente – una manciata di altre a vario titolo).
Alcune cose, però, bisogna saperle: i nomi dei colori sono frutto di convenzioni e non tutti li percepiamo nello stesso modo. Questo è legittimo e dipende da come è fatto il nostro occhio (quando è la biologia, la fisiologia o nei casi patologici la medicina ad occuparsi del colore…). Per questo motivo sono state inventate delle scale colorimetriche che attribuiscono dei codici convenzionali ai colori, cosicché all’atto della riproduzione non ci sia possibilità di fraintendimento.
Ci sono alcune nozioni fondamentali non trascurabili (o anche sì, però con la consapevolezza che state trascurando i fondamentali):

  • I colori si dividono in primari, secondari e, addirittura, terziari;
  • I colori primari sono rosso, blu e giallo o meglio magenta, ciano e giallo (e qua già le cose si complicano un po’);
  • I colori secondari si ottengono mischiando tra loro i colori primari a due a due: rosso più blu dà viola, blu più giallo il verde, giallo più rosso l’arancione;
  • I colori terziari sono a loro volta la somma dei colori primari con quelli secondari.
Naturalmente, se vogliamo perderci nelle definizioni e nella comprensione un po’ più approfondita della teoria del colore, ci sono fonti molto più complete e molto più affidabili. A me interessa solo la vostra curiosità.



L’immagine precedente, tratta dal sito Giovane Marmotta, rende piuttosto bene l’idea del passaggio successivo da colori primari a secondari a terziari. Tuttavia, la rappresentazione dei colori che io prediligo è la ruota di Itten.

Johannes Itten è stato un pittore, designer e scrittore svizzero, amico (per un certo periodo…) di Gropius e docente del Bauhaus, ha realizzato la ruota omonima, che ben sintetizza le relazioni tra i colori indicando chiaramente i rapporti di complementarietà. I colori in posizione opposta sul disco cromatico sono detti complementari e sono: l'arancio e il  blu, il giallo e il violetto, il rosso e il verde.


Ogni coppia offre il massimo contrasto e conseguentemente le combinazioni di colori complementari danno immagini più vivide; se utilizzati con sapienza e nelle giuste proporzioni, attraggono l’attenzione dell’osservatore e sono alla base delle tecniche compositive di grandi artisti, quali, ad esempio, i cosiddetti “fauves” (i pittori “selvaggi”), che all’inizio del Novecento diedero vita ad un gruppo in cui le tavole erano composte attraverso la combinazione di soli colori puri, utilizzando il contrasto cromatico per aumentare la percezione visiva. Il gruppo non si raccolse mai in un vero e proprio movimento, né mai stesero delle “intenzioni” o un proprio manifesto programmatico, ma questo non sminuisce l’importanza dirompente delle scelte stilistiche che adottarono, primo tra tutti Henri Matisse.











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