lunedì 5 settembre 2016

Un quadro di un paesaggio notturno


Senza porci troppe domande prendiamo spunto da una composizione notturna tra le tante che possiamo trovare su internet.
Non vorrei in questo sembrare poco seria, ma ogni artista fa riferimento ad un portafoglio iconografico che oggi è più che mai a portata di mano proprio grazie alle nuove tecnologie. Cercare opere di autori a cui fare riferimento non è di per sé un peccato. Ciò che è scorretto è “appropriarsi” della paternità dell’opera in qualunque modo o non esplicitare il riferimento culturale. Per il resto, di copie della Gioconda – con buona pace di Leonardo – è pieno il mondo e ogni scuola d’arte, nel percorso d’apprendimento, prevede le copie dal vero di opere d’arte pittorica o scultorea.
Su una tela da quadro distribuite in modo omogeneo un sottile strato di cartapesta e fate asciugare.
Con un foglio di cartavetra sottile (tipo 400) scartavetrate leggermente con movimenti circolari per rendere liscia ed omogenea la base. Abbiate cura di eliminare la polvere che si genera e, subito dopo, passate una mano di primer bianco a base d’acqua sul fondo. È possibile – o auspicabile in alcuni casi – passare più di una mano di fondo, per aumentare l’omogeneità della base, su cui dovrete trasferire a matita il disegno di ciò che intendete realizzare.

Se posso darvi un consiglio, non arrendetevi di fronte al fatto che magari non avete la mano di Michelangelo: esistono dei semplici accorgimenti che vi renderanno possibile disegnare, modificare e riportare le vostre creazioni su tavola con una semplicità che non avreste nemmeno immaginato. Il primo si chiama “carta carbone”: la vendono nelle cartolerie solitamente in formato A4. Era molto in voga, per duplicare i testi scritti, quando non si usava il PC ma la macchina da scrivere. Comprenderete quindi perché io la conosca… Il secondo, più elaborato (serve per imparare a copiare), passa attraverso la “quadrettatura”: suddividete l’originale in tanti quadratini di un lato sufficiente a non perdere i dettagli ma altrettanto non così fitto da essere eccessivo.


Ringrazio il sito Officina d'Arte, da cui ho tratto l’immagine esplicativa, per dare un’idea di quello che intendo.
Altri, più evoluti, passano attraverso tecniche di computergrafica e, esagerando, attraverso un mix di queste e di altre tipiche del decoupage possiamo creare basi evolutissime e quadri mozzafiato. Ma se conoscete queste, non avete bisogno dei miei consigli!
Innanzitutto, una volta steso il disegno, bisognerà procedere per “strati” rispettando la prospettiva. Ad esempio, se c’è nel nostro quadro notturno una luna, qualunque sia la sua forma (piena, mezza, crescente o decrescente), dovrà per forza essere dietro tutti gli alberi. Le nubi le passeranno certamente davanti, quindi dovrete decidere, per entrambi i soggetti (luna e nubi) se dare loro un rilievo o semplicemente dipingerle dopo.
Le parti più grosse, tipo i tronchi d’albero, i rami, la luna (se non la disegnate solamente) possono essere realizzate direttamente con la cartapesta, appoggiandola secondo il disegno che state realizzando. Le parti più piccine possono essere modellate a parte e poi applicate o realizzate con altri materiali (ad esempio pezzi di cartone, di filo di ferro rivestito in carta, etc.) e poi fissati con striscioline di carta bagnate e incollate con colla vinilica.
Una volta terminata la scultura sulla tela, nuovamente bisogna rendere omogeneo il tutto con una o due mani di primer, per poi poterlo dipingere con colori acrilici o tempere.





Nessun commento:

Posta un commento